Ti senti nel mirino? Come la paura del giudizio degli altri influenza la performance

L’ adagio del poeta latino Giovenale “Mens sana in corpore sano” è più che mai attuale: la società ci vuole giovani,  belli e sempre attivi. Dunque sentiamo che fare attività fisica è di per sè buona cosa, e che gode della considerazione altrui.   La nostra identità  è frutto di un processo dinamico tra noi e l’ambiente (gli altri),  e quando ci raccontiamo a qualcuno fissiamo una pagina di noi. Proseguendo la metafora, la nostra identità è un libro a cui aggiungiamo sempre nuove pagine (e qualche volta qualcuna ne togliamo).

Un po’ di considerazione del giudizio altrui,  è positiva perchè rappresenta un incentivo a migliorarsi, quando diventa un mostro da cui  fuggire si trasforma in condizionante e per un atleta, può essere motivo di abbassamento del livello delle performances a causa dell’eccessivo stress che comporta.   Spesso chi ha paura del giudizio degli altri accusa un deficit di autostima: avendo poca fiducia in sè , diventa molto sensibile al giudizio altrui e così, quando si impegna in uno sport (mi limito a scrivere su quanto è pertinente in questa rubrica  e restringo il campo  alle  prestazioni sportive senza divagare su concetti socio-psicologici che non sono di mia competenza), ha come preoccupazione quella di non fallire, di assecondare le aspettative degli altri. Così un atleta con una bassa autostima si proietta dei film negativi: vede già le reazioni dell’ambiente circostante in caso di insuccesso mettendo in atto una “previsione di fallimento annunciato”, ovvero anticipa nella mente qualcosa di negativo che non necessariamente dovrebbe verificarsi ma che lui stesso, con il suo atteggiamento mentale incerto e pieno di tensione, fa in modo che si realizzi.

Quattro  suggerimenti contro la negatività:

  1. Riconoscere il pensiero negativo appena arriva. In genere si presenta sotto forma di immagini e mostra qualcosa di poco piacevole che potrebbe accadere: rendersi conto dell’inutilità.
  2. Bloccare immediatamente il film mentale negativo, pensando o dicendo ad alta voce “STOP”
  3. Spegnere il video. Immaginare uno schermo spento (come se cessasse di colpo la proiezione delle immagini negative)
  4. Riaccendere il video e iniziare la proiezione mentale di un altro film con immagini positive o neutre.

Si tratta di una tecnica mentale che prevede rapidità di esecuzione e che funziona, purchè la si provi più volte e purchè si abbia deciso davvero di affrontare il giudizio degli altri.

 

Francesca Mezzadri