Le fiabe: ginnastica per l’anima. Cappuccetto Rosso

La fiaba di Cappuccetto Rosso è molto antica ed esiste in numerose varianti, le più famose delle quali sono quella di Perrault e quella dei fratelli Grimm.

Nella versione di Perrault, la storia si conclude con la morte di nonna e bambina nella pancia del lupo, dunque non vi è alcun lieto fine: si tratta di una storia ammonitrice, mirata a mettere in guardia le fanciulle di buona famiglia dai pericoli della seduzione sessuale da parte di sconosciuti (lupo come seduttore/violentatore).

La versione dei fratelli Grimm, invece, ha addirittura un doppio finale: oltre a quello più noto, in cui il cacciatore taglia la pancia del lupo liberando la bambina e la nonna, ce n’è uno che racconta di un episodio successivo, in cui Cappuccetto Rosso attraversa di nuovo il bosco per andare dalla nonna ma, invece di cadere nel tranello di un altro lupo incontrato per via, si allea con la nonna per uccidere l’animale prima che possa far loro del male.

Al primo finale, già di per sé positivo, se ne aggiunge un secondo ancora più costruttivo, che dimostra che la bambina ha imparato non solo a sfuggire al lupo, ma anche a difendersene attivamente.

Questa fiaba contiene riferimenti piuttosto espliciti a temi “scabrosi” quali la pedofilia, la violenza sessuale, il cannibalismo e la prostituzione: per questa ragione essa è stata oggetto di interpretazioni molto interessanti ma anche crude e letterali, di stampo storico-antropologico.

Io vi propongo, come sempre, un’interpretazione di tipo psicoanalitico che ha lo scopo di svelare i contenuti simbolici della storia, che sono utili ai nostri bambini per sviluppare una maggior fiducia in se stessi e una speranza concreta nel futuro.

Ma andiamo con ordine: all’inizio della storia incontriamo una bimbetta dolce e amabile, soprannominata Cappuccetto rosso perché indossa sempre un copricapo di quel colore che la nonna ha confezionato apposta per lei.

La simbologia del colore rosso, come abbiamo visto in altre storie, rimanda alle emozioni intense, prime fra tutte quelle sessuali: dobbiamo aspettarci, quindi, che anche questa fiaba tratti il tema dello sviluppo sessuale, dei pericoli psicologici che esso comporta e delle soddisfazioni che derivano da un suo svolgimento adeguato.

Ci viene detto che la nonna amava a tal punto la nipotina che “non sapeva più cosa regalarle”: questo particolare ha un preciso significato che si chiarirà meglio nel seguito del racconto.

La madre di Cappuccetto Rosso affida alla figlia un compito importante: deve recarsi dalla nonna, che è ammalata, per portarle provviste e conforto.

Poiché la nonna abita lontano, nel mezzo del bosco, la mamma raccomanda alla bambina di non uscire dal sentiero ben tracciato e sicuro, cioè di non seguire il proprio istinto ma di fidarsi delle indicazioni e delle regole imposte dagli adulti, se vuole evitare guai.

La fanciulla, a differenza di Hansel e Gretel, è già abbastanza grande da potersi avventurare da sola nel bosco senza perdersi, ma non tanto da poter fare a meno del controllo, almeno parziale, dei genitori.

La bambina promette che si comporterà bene ma, appena si allontana da casa, viene colpita dalla bellezza del paesaggio che la circonda, complice un grosso lupo che le fa notare quante splendide tentazioni ci siano attorno a lei: “Guarda un po’ quanti bei fiori ci sono nel bosco… credo che tu non senta neppure come cantano gli uccellini” le dice, oltre a chiederle dove si stia recando col suo paniere di cose buone.

Cappuccetto Rosso è combattuta tra dovere e piacere, tra la necessità di eseguire il compito che le è stato assegnato e la voglia di fare di testa propria.

La bambina non teme il lupo, perché non sa che è una bestia tanto cattiva, infatti gli spiega per filo e per segno dove sta andando:Cappuccetto Rosso è una creatura ingenua che non conosce ancora i pericoli del mondo (cioè della seduzione) ma che è esposta ad essi proprio a causa delle sue scarse difese verso ciò che non conosce.

Come mai Cappuccetto Rosso dà informazioni tanto dettagliate al lupo sull’abitazione della nonna?

L’interpretazione psicoanalitica suggerisce che la bambina vuole far sapere al lupo dove si trovi la nonna, proprio allo scopo di fargliela trovare: forse per trasferire su un adulto un pericolo che ha percepito inconsciamente e che sente di non poter affrontare, o forse per punire una nonna tanto avventata da averle regalato un oggetto (il cappuccio rosso) che la rende troppo visibile e attraente senza che lei si senta ancora pronta per esserlo.

A questo punto risulta più chiaro il riferimento alla nonna che “non sapeva più cosa regalarle”: cioè una nonna (figura materna) che ricopre la fanciulla di attenzioni eccessive e improprie, invece di aiutarla ad attrezzarsi per affrontare le difficoltà della vita.

Un’altra apparente incongruenza della storia riguarda il fatto che il lupo non divora all’istante la bambina per poi recarsi, con tutta calma, a mangiarsi la vecchietta: la belva, al contrario, posticipa l’inghiottimento della fanciulla per dare la precedenza alla nonna.

La psicoanalisi individua una necessità psicologica in questa successione di eventi: per riuscire a sedurre una fanciulla è opportuno sbarazzarsi prima dell’adulta che la protegge (o la dovrebbe proteggere), per poi avere libertà di azione.

Dott. ssa Roberta Altieri

Dal punto di vista di Cappuccetto Rosso, si può dire che anche la ragazzina desidera, inconsciamente, sbarazzarsi della rivale più esperta per restare sola col lupo: la sessualità esercita una forte attrattiva su tutti noi ma, allo stesso tempo, ci fa paura, soprattutto se non abbiamo ancora imparato a gestirla.

La fanciulla è combattuta tra il desiderio di un contatto più ravvicinato col lupo e la paura di essere sopraffatta da emozioni troppo intense per la sua giovane età.

L’animale della fiaba assume vari significati: non rappresenta solo il pericoloso seduttore sconosciuto, ma anche il padre tanto amato dalla propria figlia nella fase edipica dello sviluppo e, più in generale, gli aspetti feroci, distruttivi e incontrollabili che si nascondono nel profondo di ognuno di noi.

Tornando alla trama, il lupo si reca in gran fretta a casa della nonna, entra con l’inganno, la divora, indossa i suoi vestiti e ne prende il posto nel letto, in attesa che arrivi la nipote.

La bambina, una volta che si è svagata a sufficienza in giro per il bosco, “si ricorda” qual è il suo dovere e riprende il sentiero che la conduce dalla nonna.

Appena arriva, Cappuccetto Rosso si stupisce di trovare la porta aperta e percepisce un pericolo al quale non sa dare un nome, tuttavia entra lo stesso e si avvicina al letto: la visione della nonna con quelle strane sembianze la turba, ma non abbastanza da farla scappare a gambe levate.

Ancora una volta il lupo esercita un’attrazione irresistibile sulla fanciulla che, dopo avergli rivolto le quattro celebri domande (“che orecchie grandi che hai… che occhi grandi… che mani grandi… che bocca spaventosa..!”) finisce divorata, cioè cede alla seduzione sessuale e fa morire la bambina che è in lei, sprofondando in una situazione di intensa angoscia.

Il lupo, sazio, si addormenta e inizia a russare sonoramente, tanto da attirare l’attenzione di un cacciatore che passa nei pressi della casetta e che decide di entrare per vedere cosa succede.

Una volta che ha riconosciuto il lupo, l’uomo ha la tentazione di sparargli ma si trattiene, intuendo che l’animale può aver divorato la nonna.

Questo passaggio insegna al bambino che non dobbiamo lasciarsi trascinare dai nostri impulsi, ma che dobbiamo riflettere prima di agire, per trovare soluzioni più efficaci ai nostri problemi.

Il cacciatore -figura maschile/paterna positiva, che corre in soccorso della propria figlioletta sopraffatta dai tormenti della crescita- taglia il pancione del lupo con le forbici e scopre che la belva ha divorato sia la nonna che la nipotina.

Cappuccetto Rosso esprime tutto il terrore che ha provato (“Che paura ho avuto! Era così buio nella pancia del lupo!”) quindi va a prendere dei grossi sassi e riempie la pancia del lupo con quelli: quando l’animale si sveglia e cerca di scappare via, il peso delle pietre lo fa piombare a terra, morto.

E’ interessante notare che il lupo non muore in seguito al taglio della pancia, ma solo a causa del peso delle pietre inserite successivamente: questo, probabilmente, è per evitare che i bambini si spaventino associando l’idea del parto (qualcuno che esce da una pancia) con la morte.

Alla fine della storia Cappuccetto Rosso dice fra sé: “Mai più correrai sola nel bosco, lontano dal sentiero, quando la mamma te lo ha proibito” a significare che la bambina ha fatto tesoro dell’esperienza negativa che ha vissuto e che saprà destreggiarsi meglio in futuro, come conferma il secondo finale cui ho accennato all’inizio.

In quest’ultima parte, la fanciulla corre a casa della nonna senza ascoltare le lusinghe del secondo lupo e, una volta arrivata, mette in pratica le indicazioni della vecchietta che ha un piano per sconfiggere la belva: la faranno annegare in un recipiente pieno d’acqua in cui sono state cotte delle salsicce (ossia sfrutteranno a loro favore l’irrefrenabile voracità del lupo).

Solo se la fanciulla si allea, per un certo periodo, con una figura materna e ne ascolta i consigli (cioè se si identifica positivamente con lei) può riuscire a sconfiggere le proprie tendenze più primitive, a risolvere i faticosi conflitti edipici e a rinascere (uscire dalla pancia) avendo acquisito un livello superiore di maturazione.

D.ssa Roberta Altieri